

Il calcio mi piaceva, fino a una certa età. Certo, non ero proprio un patito, però anche io fremevo quando il calciatore si avvicinava alla porta avversaria e stava per fare goal. A volte anche io mi alzavo in piedi a gridare come un matto per la rete avvenuta. (Non sono mai stato in uno stadio, solo alla TV.) Da quando però ho cominciato a ragionare con il mio cervello, (e non con quello degli altri!), ho compreso che effettivamente è stata data molta importanza a qualcosa che doveva rimanere semplicemente motivo per fare movimento tra quattro amici nella piazza del paese. Infatti, quale vantaggio c’è nell’inseguire una palla, se non quello di mettere in moto il proprio organismo? Per chi guarda, è solo perdita di tempo e di denaro.Toglie forse il calcio, la fame nel mondo? Al contrario, alcuni si tolgono il pane dì bocca pur di assistere a una partita della loro ‘squadra del cuore’, come dicono, e a volte veramente viene loro un infarto se perde. Per non parlare poi di coloro che sono malati di Enalottite acuta e sperperano dané, nella remota speranza di vincere qualcosa. E non mi dilungherò sui numerosi scandali che si scoprono su varie squadre, a prescindere dalla serie in cui si trovano. Basti citare le varie disoneste "combine" imbastite per far vincere qualcuno che ha scommesso all'ingrosso. Notizie di Doping e affini sono all’ordine del giorno. Questo sport è anche divenuto il più redditizio dei commerci, lo si comprende dalle cifre astronomiche con le quali sono venduti e comprati i giocatori. Inoltre le PayTV speculano sulle partite per vendere le loro carte codificate. Per completare il quadro, molte squadre hanno delle quotazioni in borsa.
In effetti il calcio fomenta anche l’odio razziale. Certamente non è nuovo sentire che sono stati commessi atti di criminalità legati al calcio e alla nazionalità. Anche 2 sole persone che si mettono l'una di fronte all'altra per fare una competizione, in realtà si dicono, pure se non parlano: “Vuoi vedere che io sono meglio di te? Vuoi vedere come un francese è migliore di un americano? O un italiano meglio di un portoghese?"