I medici inglesi: "Il cibo condiziona l'intelligenza"
Genio e verdura
Nel 1990 è così iniziata la fase della misurazione dei quozienti di intelligenza ed i risultati ottenuti hanno lasciato assai pochi dubbi: fra i ragazzi - oramai uomini - vegetariani il livello ai test «IQ» è
risultato essere 106, ovvero 5 punti in più dei non vegetariani, mentre nel caso delle donne il divario è risultato essere 104 a 99 punti. E' interessante notare che a dimostrare il quoziente di intelligenza dei vegetariani sono stati anche quei 100 fra loro che hanno ammesso di aver saltuariamente «sgarrato», continuando a mangiare carne o pesce.
«Si tratta di risultati che parlano chiaro - è stato il commento della dottoressa Gale -, i bambini che diventano più intelligenti in età adulta rispettano un'alimentazione vegetariana ed uniscono a questo migliore quoziente un migliore stato di salute, soprattutto per quanto riguarda la situazione cardiaca».
L'orgoglio vegetariano
Le conseguenze sono molteplici: i vegetariani hanno un'istruzione migliore, escono dalle scuole ed università più ambite, trovano posti di lavoro più remunerati e dunque guadagnano e spendono di più, diventando - in percentuale - uno dei motori dello sviluppo economico del Paese dove risiedono.
Nel gotha dei vegetariani più noti figurano il cantante Paul McCartney, l'attrice Jenny Seagrove, lo scrittore George Bernard Shaw e Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti. Se esaminare le conseguenze dello studio è facile, Gale ammette che altrettanto non si può affermare per le cause: i ricercatori infatti non sono riusciti a dimostrare scientificamente perché non mangiare pesce o carne rende più intelligenti. Il risultato dello studio non fornisce dunque un motivo preciso del fenomeno riscontrato - evitando di sostenere la tesi di ricerche passate sulle maggiori potenzialità di alimenti come frutta, vegetali e grano - ma attesta che la differenza di intelligenza è certa, al di sopra di ogni ragionevole dubbio, ed è riassunta nei 5 punti in più che vengono sistematicamente ottenuti dai vegetariani in ogni possibile test di misurazione delle capacità intellettive.
«Non possiamo escludere neanche - ha spiegato la Gale - che siano le persone intelligenti a diventare vegetariane a causa di una maggiore attenzione per la salute degli animali che sono all'origine dei cibi che
arrivano sulla tavola».
Per i vegetariani lo studio britannico è comunque un motivo di grande orgoglio. «Abbiamo sempre saputo che essere vegetariani è una scelta intelligente, compassionevole verso gli animali ed attenta all'ambiente ma ora ne abbiamo la prova scientifica - ha commentato Liz O'Neill della Vegetarian Society - e questo forse spiega anche perché chi si limita a ridurre le quantità di carne consumate non mangiando pollo o tacchino, ama comunque definirsi "vegetariano"». (Le virgolette le ho aggiunte io)
Articolo tratto da:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200612articoli/15...